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Decreto salta code, basta attese per le visite urgenti: tutto quello che devi sapere

Questo aggiornamento della normativa rappresenta un passo avanti significativo per migliorare l’efficienza del sistema sanitario italiano.

Negli ultimi anni, il sistema sanitario italiano ha dovuto affrontare numerose sfide. Oggi, uno dei principali problemi a causare l’insoddisfazione dei cittadini sono i lunghi tempi di attesa per visite ed esami diagnostici. La situazione, che peggiora di anno in anno da ormai troppo tempo, ha spinto il governo a prendere provvedimenti concreti per garantire prestazioni sanitarie più rapide e accessibili a tutti. Le nuove misure introdotte mirano a risolvere questi problemi, offrendo soluzioni innovative che coinvolgono sia le strutture pubbliche che quelle private convenzionate.

Il decreto “salta code” mira a ridurre i tempi di attesa per visite ed esami diagnostici – phme.it

In questo contesto, il recente decreto “salta code” rappresenta una svolta significativa. Questo piano, promosso dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, promette di ridurre drasticamente i tempi di attesa, garantendo prestazioni tempestive e di qualità.

Riduzione dei tempi di attesa e corsie preferenziali: cosa cambia per gli italiani con il Decreto “salta code”

Il decreto introduce un nuovo meccanismo per garantire che ogni prestazione sanitaria venga effettuata nei tempi stabiliti dalle priorità indicate nella prescrizione medica. Se non ci sono posti disponibili per una visita o un esame diagnostico presso un ospedale pubblico, l’ASL deve assicurare la stessa prestazione in una struttura privata convenzionata o tramite attività intramoenia, cioè la libera professione dei medici all’interno dell’ospedale stesso. Questo servizio sarà gratuito o con il pagamento di un ticket, a seconda della situazione specifica del paziente.

Il nuovo sistema prevede che l’ASL garantisca prestazioni sanitarie nei tempi stabiliti – phme.it

Molto interessante anche la novità che riguarda il sistema di corsie preferenziali. Il ministro Schillaci ha spiegato che con questo nuova modalità di gestione degli appuntamenti, se ad esempio un paziente necessita di una risonanza magnetica entro 72 ore, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) coprirà il costo. Le prestazioni sono classificate in base a priorità: classe U (Urgente) entro 72 ore, classe B (Breve attesa) entro 10 giorni, classe D (Differita) entro 30 giorni per visite o 60 giorni per accertamenti diagnostici, e classe P (Programmabile) entro 120 giorni.

Si introduce anche un sistema di recall per evitare appuntamenti mancati, che si stima siano circa il 20% dei casi. Inoltre, gli ospedali e le strutture ambulatoriali offriranno visite ed esami diagnostici anche nei fine settimana, estendendo gli orari di apertura.

Il decreto prevede anche obblighi per i cittadini: chi non si presenta all’appuntamento per la visita o l’esame senza preavviso dovrà pagare comunque il ticket, salvo casi di forza maggiore. Questa misura è volta a ridurre il fenomeno delle prenotazioni non rispettate, che rappresentano una significativa perdita di risorse per il sistema sanitario.

Restano invece dubbi sulle tempistiche e sulle modalità di finanziamento del sistema di corsie preferenziali. Questi aspetti saranno decisi da un provvedimento attuativo da definire con le Regioni entro 60 giorni. Il decreto non prevede nuove risorse, ma utilizza lo 0,4% del finanziamento del SSN (oltre 500 milioni di euro) per ridurre i tempi d’attesa, aumentando il tetto di acquisti da privati di 123 milioni nel 2024, 370 milioni nel 2025 e quasi 500 milioni dal 2026. Resta da vedere se queste risorse saranno sufficienti a soddisfare la domanda di cure, stimata a oltre un miliardo di euro l’anno.

Paolo Pontremolesi

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