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Aumenta a dismisura la pressione fiscale: le tasse diventano insostenibili, italiani in crisi profonda

L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha recentemente rivelato che, nel primo trimestre del 2024, la pressione fiscale in Italia ha subito un incremento, attestandosi al 37,1%.

Questo dato rappresenta un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un fenomeno che solleva interrogativi e preoccupazioni sul futuro economico del Paese e sul bilancio delle famiglie italiane.

Nonostante l’aumento della pressione fiscale, l’Istat ha anche fornito dati incoraggianti relativi al reddito disponibile delle famiglie italiane. Nel dettaglio, nel primo trimestre del 2024 si è registrato un incremento del reddito disponibile delle famiglie pari al 3,5% rispetto al trimestre precedente.

Questa crescita si accompagna a un lieve aumento della spesa per consumi finali (+0,5%), indicando una certa resilienza dell’economia domestica nonostante le sfide macroeconomiche.

Questi dati offrono uno spaccato complesso dell’economia italiana nei primi mesi del 2024: da un lato vi sono segnali positivi legati alla crescita dei redditi disponibili e alla maggiore capacità di risparmio delle famiglie; dall’altro emergono sfide importanti come l’aumento della pressione fiscale e le difficoltà incontrate dalle società non-finanziarie.

Pressione fiscale in aumento nel primo trimestre del 2024

Un altro segnale positivo emerge dall’analisi dell’Istat riguardante la propensione al risparmio delle famiglie italiane. Nel primo trimestre del 2024 si è assistito a un incremento di +2,6 punti percentuali della propensione al risparmio rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il 9,5%. Ciò dimostra una maggiore capacità delle famiglie di mettere da parte risorse finanziarie per il futuro o per eventuali emergenze.

Istat, difficoltà per gli italiani (Phme.it)

Mentre le famiglie mostrano segnali di crescita e resilienza economica, le società non-finanziarie sperimentano una dinamica opposta.

L’Istat evidenzia infatti una quinta flessione consecutiva della quota di profitto dopo il picco osservato nell’ultimo trimestre del 2022. La quota di profitto stimata per queste società è diminuita di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente attestandosi al 42,7%, mentre il tasso di investimento è aumentato leggermente (+0,4 punti percentuali), raggiungendo il 20,5%.

Un altro aspetto degno di nota riguarda l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (AP).

Nel primo trimestre del 2024 si è registrata una riduzione significativa dell’indebitamento netto in rapporto al Pil (-8,8%), migliorando notevolmente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-11,6%). Anche i saldi primario e corrente delle AP hanno mostrato miglioramenti significativi.

Matteo Fantozzi

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