Ci sono errori che l’INPS non perdona e faranno terminare le erogazioni dell’Assegno di Inclusione. Scopriamo quali sono.
Da gennaio 2024 è attivo l’Assegno di Inclusione in sostituzione del Reddito di Cittadinanza insieme al Supporto per la Formazione e il Lavoro. Pochi mesi e per alcuni percettori sarà già addio. Alcuni errori non sono ammessi dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
L’Assegno di Inclusione è nato per essere un’alternativa efficace all’RdC. Prevede regole da rispettare e un iter preciso da seguire, non solo per l’inoltro della domanda ma anche in seguito. I cittadini devono rispettare e seguire tutte le direttive o le erogazioni verrebbero interrotte. Ricordiamo che l’AdI spetta alle famiglia con minori, disabili, over 60 e in condizione di svantaggio sociale.
L’importo erogato è di circa 500 euro e la durata dei versamenti è di 18 mesi con possibilità di proroga per altri 12 mesi dopo lo stop di un mese. Per ricevere il beneficio e continuare ad ottenere le erogazioni per tutto il tempo necessario basta rispettare le regole. Sono molte e alcune poco note. Cadere nell’errore di non ottemperare ad un obbligo è facile, ecco perché abbiamo pensato di raccogliere le direttive da non dimenticare.
Iniziamo dalla regola dei 120 giorni ossia dall’obbligo di recarsi presso i Servizi Sociali entro 120 giorni dal momento dell’invio da parte dell’INPS al Comune dell’elenco dei percettori di AdI. La risposta alle convocazioni (se non arriva meglio prenotare in autonomia per non correre il rischio di sospensione del beneficio) non è un’opzione, sia per la prima che per quelle successive. Gli incontri ci saranno ogni 90 giorni circa.
La prestazione, poi, decade subito se un beneficiario non sottoscrive il Patto di Inclusione o il Patto di servizio personalizzato, non partecipa alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione oppure ad iniziative di politica attiva o attivazione, non frequenta un percorso di istruzione degli adulti e non accetta anche una sola offerta di lavoro congrua. Solo un giustificato motivo potrebbe evitare la decadenza del beneficio.
In caso di sospensione occorrerà attendere 6 mesi prima di poter presentare nuovamente domanda di Assegno di Inclusione. C’è, poi, l’obbligo di comunicare immediatamente qualsiasi variazione reddituale del nucleo familiare. Passando all’attività lavorativa da svolgere durante la fruizione dell’AdI bisogna sapere che sono cumulabili i primi 3 mila euro di reddito a condizione che venga compilato il modello Adi-Com entro 30 giorni dall’inizio dell’attività subordinata o autonoma (in questo caso l’invio deve essere precedente all’inizio dell’attività).
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